IL FONDO NUOVE COMPETENZE 2023
Attraverso un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito in data 14 Febbraio 2023, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso noto che tramite un emendamento al Decreto-legge n. 198/2022, c.d. Decreto Milleproroghe, sarà estesa a tutto il 2023 l’operatività del fondo nuove competenze.
Scendendo nel particolare, al suddetto Decreto è stato aggiunto l’articolo 22-bis, il quale ha modificato l’articolo 88 del DL n. 34/2020, il c.d. Decreto Rilancio, che fu introdotto dal secondo governo Conte per contenere i danni causati dalla pandemia di covid-19 al lavoro ed all’intero sistema economico italiano. Tra le molteplici novità contenute all’interno di questo disposto legislativo infatti, fu prevista la creazione del Fondo Nuove Competenze per consentire alle aziende di rimodulare l’orario di lavoro dei propri dipendenti a parità di stipendio, grazie al finanziamento della retribuzione e dei contributi previdenziali del personale in formazione messo a disposizione dal Fondo, dedicando una porzione del monte ore complessivo allo sviluppo di nuove competenze “in relazione a mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa”.
L’obiettivo che si cerca di perseguire tramite l’utilizzo di detto Fondo è quello di incentivare le aziende ad investire nella propria crescita ed in quella dei lavoratori dipendenti che ne fanno parte. Negli ultimi anni infatti, anche a causa degli effetti economici generati dalla pandemia di covid-19, le imprese sono state costrette ad innovarsi e a sviluppare nuove competenze. La transizione ecologia e quella digitale, in particolare, rappresentano il prossimo step evolutivo delle pmi italiane ed affinché esse possano portarle a termine devono acquisire nuove risorse e capacità qualitativamente complesse.
All’interno di questo panorama di profondo cambiamento la formazione rappresenta probabilmente l’opzione di investimento più conveniente per le pmi del nostro paese: quest’ultime infatti spesso non dispongono delle risorse necessarie per acquisire esternamente tali conoscenze attraverso, per esempio, operazioni di acquisizione, fusione, acquisto di brevetti o di licenze di vario genere e sono quindi costrette a svilupparsele internamente. In questa logica dunque, il Fondo Nuove Competenze rappresenta un ulteriore incentivo per le aziende ad investire nella formazione del proprio personale dipendente poiché ne riduce, considerevolmente, il costo finale a carico del datore di lavoro.
Il Fondo appunto copre il 100% dei contributi assistenziali e previdenziali (al netto di eventuali sgravi contributivi fruibili nel mese di approvazione dell’istanza di accesso al Fondo) ed il 60% della retribuzione oraria delle ore destinate alla formazione; inoltre, è prevista una premialità per coloro che intraprendono percorsi di riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario: se infatti gli accordi prevedono, oltre alla rimodulazione dell’orario finalizzata a percorsi formativi, anche una riduzione strutturale dell’orario di lavoro a parità di retribuzione complessiva, la quota di retribuzione finanziata dal fondo sarà pari al 100%. Il contributo massimo per ciascuna istanza presentata non può comunque eccedere i 10 milioni di euro.
Da un punto di vista regolamentare infine, è necessario evidenziare che l’accesso al Fondo è consentito soltanto una volta stipulato un accordo sindacale. Tali accordi collettivi devono avere per oggetto la rimodulazione dell’orario di lavoro al fine di realizzare dei percorsi formativi di accrescimento delle professionalità dei lavoratori in specifici ambiti, da realizzarsi nel corso dell’annualità 2023. Inoltre, per poter accedere al Fondo i datori di lavoro:
- devono essere in regola sul piano contributivo, fiscale ed assistenziale;
- non devono trovarsi in condizione di liquidazione, fallimento, cessazione di attività, concordato preventivo o in procedimenti finalizzati alla dichiarazione di una di tali situazioni;
- non devono avere contenziosi giudiziali o stragiudiziali con ANPAL riguardanti contributi pubblici.