Chiariti i dubbi sulla compatibilità tra lavoro sportivo e cariche sociali

Con la comunicazione del 25 Gennaio scorso inviata dal Ministro Andrea Abodi al presidente del CONI Giovanni Malagò è stato chiarito che ricoprire una carica sociale a titolo gratuito all’interno di una A.s.d. o di una S.s.d. è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa remunerata all’interno delle stesse, sciogliendo un dubbio ormai presente da alcuni mesi.

Con l’avvento della c.d. “riforma del lavoro sportivo” infatti, si era aperta un’importante questione anche a seguito della nota ministeriale n. 2830 del 4.12.2023 emanata dallo stesso Ministro dello Sport, che in relazione all’ormai assodata incompatibilità tra volontariato e lavoro, appariva alquanto ambigua dove affermava che “la norma [l’art. 29 co.3, del d.lgs. 36/21] non fa eccezione per i membri dei consigli direttivi degli enti sportivi che quindi, se volontari, anche al fine di prevenire eventuali ‘conflitti’ di interessi, non possono instaurare rapporti di lavoro con l’ente di cui è socio o associato o tramite il quale svolge la propria attività sportiva”.

In questo senso dunque, la suddetta comunicazione del Ministro Abodi fuga qualsiasi dubbio sulle possibili interpretazioni della nota ministeriale dello scorso Dicembre, confermando che “Ferma restando, infatti, l’incompatibilità tra la figura di volontario e quella di lavoratore sportivo disposta dalla legge, svolgere il mandato nei consigli direttivi conferito dall’assemblea dei soci ai membri eletti ….. non vale, da solo, a farli soggiacere all’incompatibilità di cui all’art. 29, comma 3, del D.Lgs. n. 36/21.”

In conclusione di ciò dunque, si può affermare senza dubbio alcuno che qualsiasi soggetto titolare di una carica sociale all’interno di un sodalizio sportivo A.s.d. / S.s.d può esercitare un’attività retribuita all’interno del medesimo sodalizio.